venerdì 5 settembre 2014

"Metaphora" di Nunzia Castaldo: la recensione di Annamaria Perrotta



Ecco la recensione che la professoressa Annamaria Perrotta ha dedicato all’opera “Metaphora” di Nunzia Castaldo, presentata ad Agropoli alla Libreria L’ArgoLibro nell’ambito della rassegna “Liber da Mare Libri d’Amare”.
Qui trovate le foto della presentazione.
Qui potete visionare il video della presentazione.

Nunzia Castaldo invita il lettore lungo un itinerario ricco di colori, splendide immagini e parole. Cosa provo, camminando in questa ricchezza di percezioni? Sicuramente il piacere di addentrarmi tra i colori del Cilento, da Tresino a Licosa, come la stessa autrice evidenzia nel testo. Si percepisce subito quanto Nunzia ami questi luoghi, in particolare Castellabate.
 Ma le immagini, realizzate da Loris Periani, marito dell’autrice, che coglie anfratti particolari, tra ombre e perle di luce di una natura coinvolgente,
 diventano fonte di ispirazione e si traducono nella poetica essenziale e diretta di questa scrittrice e poetessa bolognese. Pertanto la poesia diventa metafora delle immagini. I versi sono brevi,l'autrice mette in risalto le parole,  che assumono valore evocativo e troneggiano sul bianco del foglio, in un abbraccio emotivo con le suggestioni paesaggistiche delle foto, realizzando, così, una sintesi estetica di forte coinvolgimento.
I versi liberi parlano di coppia, di famiglia, di amore, di incontro di opposti che si cercano, che si fondono, ma non perdono la propria identità. L'autrice scrive:
 "Non voglio tu mi dica cosa devo pensare, non vuoi tu io dica cosa devi fare; pur nonostante proseguiamo a stare".
Le parole profumano di vento e mare, di campi ed oliveti e viaggiano talvolta su mari tempestosi. Ma la voglia di trovare un approdo, dove fermarsi ad ascoltare, sembra prevalere sui contrasti. Il dolore si affaccia spesso nel corso dell’esistenza e i rapporti che sembravano indissolubili, talvolta si frantumano come le onde sugli scogli, ma la forza vitale favorisce la voglia di ricominciare. Le ferite della vita devono rimarginarsi per consentire una rinascita interiore.
"Adesso inseguo la rinascita interiore. Contro la piena delle emozioni
Riprendo la consuetudine quotidiana".
Come possiamo rimanere uniti su posizioni diverse? L’autrice dice: “Occorre un atto d’amore: apertura, accettazione, apprezzamento".
Mi viene in mente una frase dello scrittore e poeta francese Paul Valery : “Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze”.    Proprio l’apertura, l’accettazione e l’apprezzamento, parole sulle quali si dovrebbe fare una recensione a parte, sono autentici atti d’amore che pongono l’individuo in cammino verso l’altro. La rivoluzione, quindi, deve avvenire dentro di noi, senza mezze misure.
Cos’è allora l'armonia?  È condividere e accogliere, mantenendo la propria identità,  vedere l’altro con occhi nuovi, evitando di rimanere ingabbiati nelle proprie visioni, nel proprio Io ingombrante. La disarmonia è invece  l’opportunismo, il tiepidismo, la perdita di punti di riferimento.
E proprio il timore di diventare viaggiatori senza bussola diventa desiderio di trovare la propria dimensione spirituale e quindi il cammino si trasforma in arricchimento interiore e ricerca del divino. "Disorientati dagli accadimenti, ci dirigiamo nell'universo dell'esclusivo amore di noi. Signore guidaci a Te".                                                                                                                  
Il mio contributo finisce qui, ma i versi di Nunzia Castaldo continueranno a farsi strada dentro di me e verso coloro che li accoglieranno, producendo frutti sempre nuovi. Non so se queste riflessioni, nate dalla lettura della silloge Metaphora siano ciò che la Castaldo voleva evidenziare, ma la poesia è così, viaggia dentro di noi,liberamente.
La comunicazione delle anime è emozione che arriva al cuore, sempre. La vera poesia e non l'esercizio letterario, scopre nei cuori, sentimenti che vivono indipendentemente dalla nostra volontà,  permette di conoscere meglio noi stessi e agisce, scavando e portando in superficie suggestioni a noi sconosciute. 
                                                              Annamaria Perrotta
                                                   



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