giovedì 31 dicembre 2015

Giovanna Della Porta - TripTown



Autrice: Giovanna Della Porta
Titolo: TripTown – Viaggio ai confini del nulla
Da un’idea di Daniele Luigi D’Elia e Maria Avallone
Prefazione di Giuseppe Salzano
Nelle pagine interne: disegni di Maria Avallone
Editore: L’ArgoLibro
Collana: La Penna dello Scrittore – Narrativa
Progetto grafico: Cristina Piccirillo
Anno di pubblicazione: 2015
Numero pagine: 76
Copertina: cartoncino brossurato, sovraccoperta a colori
Formato: 16x24
Prezzo di copertina euro 10,00
Spese di spedizione euro 4,63 (raccomandata postale)
Codice ISBN 978-88-98558-62-9
Per info e ordini: largolibro@gmail.com 
Per contattare Giovanna Della Porta: giovanna.dellaporta@alice.it

Opera  frutto di un importante lavoro collettivo del “Forum dei Giovani di Cetara” coordinati da Giovanna Della Porta, “Trip-Town - Viaggio ai confini del nulla” è un viaggio – sotto forma di diario – intenso, toccante, profondo, nell’inferno della droga e, più in generale, delle dipendenze.
Un inferno che chi scrive rende efficacemente, descrivendo la “piccola” quotidianità che si trova ad affrontare chi viene risucchiato nel vortice autodistruttivo e distruttivo.
Come ha sottolineato il dottor Giuseppe Salzano nella prefazione, “Rob, l’io narrante, e i suoi amici, con la loro estrema fragilità ci rendono inevitabilmente consapevoli di un forte malessere”. Un malessere che va compreso al di là della facile e sterile condanna, se vogliamo davvero che l’ascolto e l’accoglimento diventino le principali “armi” per combattere efficacemente i terribili mostri delle dipendenze.
Giovanna Della Porta ha armonizzato un lavoro particolarmente importante e prezioso, perché non scade nella facile trappola della banalizzazione ma, al contrario, “costringe” il lettore a interrogarsi profondamente su tematiche sociali che in qualche modo riguardano tutti noi.
Il linguaggio secco e senza “abbellimenti posticci” è un doloroso ma fermo indice puntato, un atto d’accusa preciso e perentorio contro chi specula sul malessere psicologico di chi fatica ad adattarsi ai ritmi forsennati delle nostre società, ma anche contro chi fa finta di non vedere, raccontando a se stesso la favola che si tratta di problemi marginali, secondari, lontani dalla sua quotidianità.

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