domenica 18 dicembre 2016

Laura Vargiu: I cieli di Gerusalemme e altri versi vagabondi



Autrice: Laura Vargiu
Titolo: I cieli di Gerusalemme e altri versi vagabondi
Editore: L’ArgoLibro
Collana: La Piuma del Poeta
Anno di pubblicazione: 2016 
Numero pagine: 80
Copertina: cartoncino brossurato, sovraccoperta a colori
Formato: 16x24
Codice ISBN: 978-88-98558-58-2
Prezzo di copertina euro 12,00
Spese di spedizione euro 4,63 (raccomandata postale)
Per info e ordini: largolibro@gmail.com 
Per contattare l’autrice:  laura-vargiu@libero.it   

La versatilità della “penna” della scrittrice Laura Vargiu si manifesta pienamente in questa prima raccolta di poesie, che racchiude i componimenti di vari anni. Gemme preziose che si aprono al lettore con tutta la forza di una musicalità che l’autrice sa far sua, e che è differenza fondamentale e irrinunciabile rispetto al linguaggio prosastico.
I temi trattati sono i più cari a chi scrive: i diseredati, il viaggio, le civiltà mediterranee, il tutto abbracciato e percorso con uno sguardo intenso e attento che appartiene all’artista più che a chiunque altro.
La poesia di Laura Vargiu sa portare alla luce energie individuali e collettive che appartengono a tutti noi, e che prendono di volta in volta le sembianze di una gioia, di un dolore, di un ricordo, di un suono, del silenzio… forme diverse che però attingono alla stessa fonte: il “comune sentire” che la poetessa richiama e celebra con una scrittura che affascina e che si rivela particolarmente curata anche agli occhi di chi non è avvezzo al linguaggio poetico.
“Erranze”, “Frammenti d’isola”, “Storia e storie“, “Rifugi e orizzonti di versi”: i vari capitoli danno voce a una complessità tutta da scoprire. Gli “occhi nuovi” del poeta possono appartenere a tutti, a tutti coloro che aprono il cuore e la mente ad una sensibilità che, in ultima analisi, è ingrediente fondamentale per raggiungere una Conoscenza altrimenti negata.

1 commento:

  1. Recensione di Tommaso Mondelli sul libro di Laura Vargiu



    Recensione
    I CIELI DI GERUSALEMME

    La promettente scrittrice cagliaritana Laura Vargiu irrompe ancora sulla scena, poco prima del Natale scorso, con due nuove pregevoli opere, a distanza di breve tempo dall’aver pubblicato altri libri. Nel frattempo ha partecipato a numerosi concorsi letterari, qualificandosi sempre ai primi posti, con racconti e poesie.
    Mi riferisco a “VIAGGI Racconti mediterranei” un testo in prosa, e a “I CIELI DI GERUASALEMME e altri versi vagabondi”, in poesia.
    Desidero occuparmi, in particolare, della sua notevole, profonda, alta e rigogliosa opera poetica.
    Le settanta pagine si leggono d’un fiato, ma occorre tornare a rileggerle con profonda attenzione, per coglierne appieno i frutti che il prezioso scrigno raccoglie.

    ooo0ooo

    “Si specchiano i cieli di Gerusalemme / nella vanità delle cupole d'oro ...”
    L'oro e, a lato, sotto le rovine materiali e morali di due popoli fratelli, cui non è dato diritto alla pace, che dovrebbero vivere in armonia e benessere, mentre sono preda dell'avidità, voracità e ingordigia di chi li usa come pedine degli scacchi, pro loschi affari. Non è solo una vergogna, è una barbarie allo stato puro.
    “Una sera ad Amman / vidi me stessa ...”
    Un incontro geniale tra natura e uomo che sostiene il confronto nella finalità dell'essere per l'armonia con la natura, per un pacifico confronto, rispecchiarsi in lei, ma per questo dobbiamo conoscerla, per non violentarla.
    “Veloci e distratte / le strade del Cairo ...”
    Dove si condensa la marea umana all'ombra di maestose Piramidi pronte a testimoniare la grandezza e la miseria di un’antica e solenne civiltà, custode di una preziosa biblioteca che ha conosciuto i fasti gloriosi della cultura, come l'ignoranza e la barbarie dei primi roghi.
    “Quel giorno, al confine dei giorni / quando ritroverò il mio tempo / rimasto ad aspettare / sulla soglia delle stagioni inespresse / e la felicità sarà / soltanto un infinito viaggio / che non impone partenze / né attende ritorni ...”.
    Il pellegrino solitario di questa valle di lacrime, quando arriva dove il futuro si blocca, non può che sedersi e voltarsi indietro per fare il bilancio del suo passato e, nel rammarico di non poter convertire gli errori, si arrende al destino che gli è stato assegnato: non essere il re dell'universo, ma una cosa tra le cose.
    E tra “... parole e pensieri …” e voli pindarici, di verso in verso, si legge: “Vorrei un mondo solidale più che digitale ... un mondo dove d'indecente / resti sempre l'onestà della tua mente”.
    Guida e bussola della nostra terrena crociera fino a che giungeremo stanchi all'ultimo porto.
    “Resta solo il silenzio / a cova tra le ceneri / del nostro tempo già spento...”.
    Il tempo delle accese speranze e delle illusioni perdute, le sconfitte subite, e non resta che il silenzio, il darsi per vinti o reagire in modo energico per rimanere vivi sulla ribalta, e la poetessa Vargiu lo fa con il suo forte estro per la scrittura e la genialità della sua poesia. Non c'è qualcosa di leopardiano nei suoi struggenti versi? A mio parere sì, e tanto.
    Consiglio vivamente di leggere queste sue toccanti liriche.


    Tommaso Mondelli

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